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martedì 8 marzo 2011

Pain **


Ad ogni passo che facevo, ad ogni passo che mi allontanava da lì, mi si scioglieva un nervo, mi rilassavo un poco...e tornavo lentamente me stessa.
Respiro regolare, battito costante.
Mentre mi allontanavo, mi rimettevo in ordine...Uno dopo l'altro ho risistemato i tasselli del mio muro, faticosamente costruito ad arte, per riavere di nuovo tutto sotto controllo.

Cos'è successo?
Non lo so di preciso, ma mi ha fatto male.

Sono stata dalla psicologa e per la prima volta da quando la conosco mi sono lasciata andare almeno un po, ho abbassato le barriere lasciando filtrare qualcosa, qualche pezzetto di quel fiume in piena che ho dentro e che bussa costantemente per straripare.
Tutte le parole che ci eravamo dette fin'ora non mi avevano fatto quest'effetto, perchè con le parole sono brava...le plasmo, le modello e le formo a mio piacere, come un vasaio con la creta.
Questa volta invece non mi ha fatta parlare come al solito, dopo un po mi ha fatto fare un esercizio di respirazione e rilassamento ad occhi chiusi, facendomi concentrare solo sul mio respiro e sulle sensazioni che avevo.
Poi ha iniziato a farmi delle domande, piano, con calma, una dopo l'altra, sottovoce. Non dovevo rispondere, dovevo solo pensarci.
Pensare all'aria che entra dal naso, mi riempie, mi gonfia, ed esce.
Pensare a dove va quell'aria? arriva fino alla pancia, la sfiora o scappa via?
Mi sono sentita nuda, indifesa, stranita...ero priva dell'accogliente protezione spessa e dura in cui mi avvolgo solitamente. Mi sono aperta, e sono uscita dall'involucro che mi racchiudeva. Espandendomi.
Lentamente inizio a percepire una strana sensazione...sto lievitando, occupo sempre più spazio, mi sento ingigantire su quella poltrona cosi piccola, piccola, troppo piccola...
Apro gli occhi, terrorizzata.
Cos'era stato? Io sono sempre li, grossa uguale, e la poltrona è la stessa di prima.
Gliene parlo, spaventata, e lei cerca di capire e di calmarmi.
Ci riproviamo, chiudo gli occhi e mi sforzo di far arrivare il respiro fino all'addome, fino al diaframma, fino alla pancia.
I nervi si annodano, i muscoli si contraggono, e mi sento annodata in una rete d'angoscia, come un topolino tra le spire di un serpente.
Lei è li vicino a me, emana tranquillità...mi tocca piano le spalle, il torace, controlla il mio respiro affannoso e mi chiede cosa sento, cosa percepisco.
Mi dice di parlare col mio corpo, di dirgli cosa penso e di pensare cosa direbbe il mio corpo a me, se potesse parlare.
E così che è iniziata la conversazione...tra me, e l'altra me.

Sono attorcigliata, tesa.
Sei troppa, non dovresti esserci.
Sono stanca, stufa.
Dovresti sparire.
Lasciami in pace.

Tremavo, la schiena rigida come un pezzo di legno, mordevo forsennatamente il labbro fino a farmi male, gli occhi serrati sotto le palpebre, le lacrime bagnavano le ciglia.

Sono uscita dal suo studio spossata e affaticata come se avessi appena corso per mille chilometri, denudata e ricoperta troppo in fretta...volevo solo accasciarmi per terra e non pensare più.
Avevo un'unica cosa per la testa: Claudio. Claudio. Claudio.
Addormentarmi accoccolata vicino a lui, vicino al mio ragazzo, e basta.
Senza spiegazioni, senza parole inutili e frasi scontate.
Solamente restare li e aspettare che quel pomeriggio mi scivolasse via di dosso.

5 commenti:

  1. Anche a me è capitata una sensazione analoga con la mia precedente psicoterapeuta che mi seguiva (a te è uno psicologo o terapeuta?)...mi è capitato di sentire il mio corpo come la parte su cui si "riproducevano" tutte le sensazioni che avevo dentro di me. In fondo noi siamo fatti di corpo e mente, e l'uno influenza l'altro, l'uno aiuta l'altro o l'uno distrugge l'altro.

    Il mio consiglio è di aprirti di più quando parli con il tuo psicologo, di fidarti innanzitutto, convincendoti che lui PUO' solo aiutarti meglio, perchè possiede tutti gli strumenti per farlo...

    Un abbraccissimo
    A presto

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  2. LaLe.. ma dove sei? non ti trovo più su FB..
    Piccola.. come stai? spero ti stia riprendendo un pò da quello colloquio con la psicologa..
    Sei una ragazza in gamba, hai fatto e stai facendo i passi giusti..
    Ti voglio bene

    RispondiElimina
  3. Comprendo e sento su di me ogni sensazione che hai descritto, alla fine io ho mollato la terapia per non dovermi sentire mai piu' come tu ti sei sentita quel pomeriggio...
    Ma tu non cedere, tieni duro, perche' difficilmente mi sbaglio quando si tratta degli altri, e tu arriverai lontano, ne sono convinta!
    Coraggio piccola!
    Un abbraccio!
    Dony

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  4. Ma Lele che succede? Come mai sei andata dalla psicologa??:( mI DISPIACE tantissimo..ti sono vicina se vuoi parlare ci sono <3

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  5. Ciao amore, grazie mille per il commento che mi hai lasciato. Ti ringrazio tantissimo, grazie davvero cucciola mia, sei fantastica.
    Anche a me capita la stessa cosa, ogni volta che sono su quel lettino.
    Mi lascio andare ma non mi sento io, penso all'aria che respiro e guardo le pareti in modo strano, rispondo alle domande che mi fa sottovoce la psichiatra.
    Forse, tesoro, ora che ti sei affidata ad un dottore può essere l'inizio di una nuova strada, di una nuova guarigione.
    Ce la puoi fare tesoro ad uscirne. Credimi.
    Io sono con te e sono sempre vicina a te meraviglia :) con tutto il mio affetto :)
    Mi dispiace tantissimo invece per il racconto che mi hai fatto nel commento, della tua esperienza del vomito e l'acqua bollente. Dev'essere stato un suicidio.
    Sei forte bambina mia.
    Ti voglio tanto bene.
    Il Cigno Nero.

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BisBiGli